Dopo la magra figura fatta lo scorso anno durante la partecipazione alla Babbo Running, costretto ad abbandonare la manifestazione dopo aver brindato con i suoi amici sardi, il Paperino di Natale ha deciso che era meglio non farsi vedere a Milano. Ricorda ancora le sue zampine pesanti dopo aver bevuto per la prima volta in vita sua la birra.
Quest’anno ha preferito indirizzare il suo interesse verso la casa di Babbo Natale che si trovava a Broni. Un’occasione che non poteva lasciarsi scappare.
Non gli sembra vero, può indagare sul suo personaggio preferito e curiosare nella sua casa, tentando di scoprire tutti i suoi segreti e magari anche incontrarlo di persona.
Appena entrato nell’atrio delle ex scuole elementari di via Emilia viene accolto da un grande cartello con la scritta “Benvenuti”.
La magica atmosfera di questo luogo contribuisce a farlo sentire a suo agio e come in un teatro delle marionette sbuca davanti alla scritta, come se si trovasse su un immaginario palco e rivestendo il ruolo dell’impresario comincia a invitare le persone a visitare la “Casa di Babbo Natale” descrivendo le caratteristiche e gli ambienti che non ha ancora visitato. Ci risiamo, quando la sua fantasia senza apparenti limiti unita alla passione per mettersi nei guai prende il sopravvento, il Paperino di Natale diventa il protagonista di tante avventure che vede solo lui sognando a occhi aperti. Indimenticabile è stata quella creata dalla sua mente durante l’Expo 2015 dove ai comandi di un mezzo agricolo avanzato della New Holland ha salvato il Pianeta da un invasione aliena di Decepticon, facendosi aiutare da un Autobot mandato nientemeno che da Optimus Prime per aiutarlo nella pericolosa impresa.
Trascorre in questo modo una spensierata mezz’oretta, fino a quando si accorge che oltre l’ingresso ci sono altre cose interessanti con cui giocare. Scende dal suo immaginario palco e si appresta ad entrare in questo mondo incantato.
Attraversa il corridoio compiendo corti passi con le sue piccole zampine, guardandosi intorno meravigliato da questo posto scoperto quasi per caso. La luce ambientale azzurra contribuisce a creare un’atmosfera magica che incanta il Paperino di Natale.
Viste le sue piccole dimensioni, vuole rendersi conto di cosa c’è d’altro da vedere e sale sul punto più alto a sua disposizione, l’orologio appeso in corridoio. Certe volte per vedere le cose più interessanti o gratificanti non bisogna andare lontano, basta cambiare il punto di osservazione e le cose ci appaiono sotto a una nuova luce.
Da questa angolazione vede il cartello con la scritta “Ufficio Postale” ed è come se nella sua testa si accendessero file di piccole lampadine natalizie, visto che siamo in tema pure intermittenti e assapora questa “scoperta” sedendosi sopra al tavolino. Vuole scrivere a Babbo Natale!
Dopo alcuni secondi la sua curiosità lo mette in moto ed entra nella stanza. La prima cosa che nota, essendo un grande appassionato di meccanica (e di duecento altre cose) è la macchina delle letterine interamente automatizzata. Compie un piccolo volo e ci atterra sopra. Osserva la struttura mentre è comodamente seduto. Essenzialmente è composta da tre elementi: la parte iniziale dove si appoggiano le letterine, il nastro trasportatore e la parte finale dove la posta diretta a Babbo Natale viene raccolta in un grosso contenitore per essere indirizzata verso la sua residenza in Lapponia.
Nonostante le “cose” tecnologiche che attirano sempre il suo interesse, non può resistere all’albero di Natale, simbolo di questa festività. Si dirige velocissimo e si scatta una foto, come dice spesso “da tramandare ai posteri”.
Trova sul fondo di una borsa due soldatini di legno e si mette a giocare: crea lui le trame di inesistenti film, che vive in prima persona come se fosse la realtà. Questa volta è in missione segreta insieme a due fidati agenti (i soldatini di legno) e devono sventare le trame di un gruppo di alieni cattivi che vogliono rapire Babbo Natale e cancellare la Festa più bella del calendario.
Conclusa la pericolosa missione, intercetta un pacchetto di cartelle della tombola e vorrebbe mettersi a giocare ma non c’è tempo da perdere.
Deve scrivere alla persona che lo ha ispirato in modo così intenso che il suo caratteristico copricapo è entrato a far parte del suo normale abbigliamento.
Recupera una busta, un biglietto per scrivere e dei pastelli colorati. Si siede comodamente sul tavolo vicino alla macchina per le letterine e inizia a pianificare le sue mosse.
“Sarebbe meglio decorare la letterina con le mie richieste a Babbo Natale con un bel disegnino. Potrei riprodurre la visione di uno scorcio della Via Lattea con tante astronavi, ma ci vorrebbero delle ore solo per i dettagli e poi certe cose è meglio lasciarle fare a chi è nato con un dono speciale e ha una capacità naturale per dipingere dei quadri meravigliosi come fa la mia amica pittrice Beatrice Barnabà.” Gli viene in mente un suo girasole, spuntato un giorno in un aula di ricreazione del Collegio Santa Caterina a Pavia: al posto dei semini, al centro, ci sono tante Galassie…
Dopo un’ora di ripensamenti vari, il Paperino di Natale ha terminato il suo capolavoro. Ha pensato che era meglio rimanere sul classico senza strafare e ha ripiegato su un piccolo albero di Natale addobbato. Dopo aver concluso questa “impresa titanica” è arrivata la parte migliore, quella delle richieste. Essendo un grande curioso con la voglia di sperimentare ogni cosa che gli capita a tiro, l’elenco appare piuttosto lungo. Inizia a selezionare le voci che secondo lui sono più importanti: una nuova fiamma ossidrica per il laboratorio, quella vecchia l’aveva presa in prestito Topo Alessandro e non l’aveva più restituita. Topo Alessandro è un caro amico delle anatre e le aiuta spesso. Vive in una tana nascosta nelle campagne dell’Oltrepò Pavese e aiuta i contadini dei campi vicini ad aggiustare i loro mezzi agricoli quando si rompono.
L’elenco continua con una bobina di Tesla per giocare nei momenti di relax e far prendere la scossa a Fulcanelli, un altro anatroccolo suo amico che lavora con lui, un acceleratore di particelle e un teletrasporto, un disco volante degli alieni grigi colorati da poter smontare. “È una vita che vorrei vedere cosa c’è dentro”, pensa il Paperino di Natale.
E anche sei chili di orsetti di gelatina, un microscopio molecolare, una lastra speciale di polimero trasparente come quelle degli illusionisti per far sparire gli oggetti e ancora uno scatolone di petardi da lanciare nell’ufficio della Pizia: “Quelli che avevo comprato in cartoleria dalla Brunella, me li ha portati via Maddalena dopo Carnevale. Inoltre mi piacerebbe avere tutte le puntate di Uniti e Bisunti e Camionisti in Trattoria con lo chef Rubio che mi fa tanto divertire.”
Dopo aver riempito ogni spazio libero del biglietto con le richieste più strane lo ripone nella busta con attenzione come se potesse svanire in un attimo.
Esegue un altro controllo per essere sicuro che il bigliettino sia proprio nella busta e la sigilla bene bene utilizzando il suo becco.
Adesso rimane solamente la spedizione e siccome siamo nell’Ufficio Postale ufficiale di Babbo Natale, lo fa subito utilizzando la macchina delle letterine. Deposita la busta sulla macchina, si siede nuovamente nella parte più alta e attende che accada qualcosa.
Aspetta con trepidazione una manciata di secondi e visto che non succede niente decide di prendere in mano la situazione. “Devo pensare io a tutto, altrimenti a Babbo Natale non arriverà nessuna richiesta. Se il motore non funziona devo attivarla manualmente” e così inizia a scendere verso la barra situata in una posizione più bassa. Mentre tutta la sua attenzione è rivolta a non farsi del male, non si accorge che da dietro i documenti, i plichi e i libri dell’Ufficio Postale, sbuca uno dei topini di Babbo Natale e sembra molto interessato a osservare ogni sua mossa.
Fine prima parte
Un ringraziamento all’Assessore e a tutte le persone che hanno contribuito a creare questa iniziativa e alla sua riuscita.
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